Sorprendente ma vero, il fantasma del Che, come un viaggiatore di frontiera senza visti né passaporti, si trova intrappolato a metà di un ponte generazionale, tra giovani che sanno poschissimo di lui ma che lo immaginano come il grande comandante e nonno rosso dell'utopia, e la generazione degli anni sessanta (quelli di cui Paco Urondo, presagendo il suo stesso destino, diceva: <<Es que vamos a perder / la vida de mala manera>>), i cui sopravvissuti capiscono che il Che continua ad essere l'araldo di una rivoluzione latinoamericana che, per quanto possa sembrare impossibile, continua a essere assolutamente necessaria.
Senza perdere la tenerezza
- fabrizio979
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Re: Senza perdere la tenerezza
Ma io dico, ogni volta che passo di qui...o vedo il faccione di quel somaro di Peppone, o debbo leggere queste qui.
Santa pazienza!
Santa pazienza!
Re: Senza perdere la tenerezza
Don Camillo ha scritto:Ma io dico, ogni volta che passo di qui...o vedo il faccione di quel somaro di Peppone, o debbo leggere queste qui.
Santa pazienza!
Io dico dico dico! Invece sarà meglio che dici al TUO Monsignore che viene a ritirare l'automobile della curia, che mi occupa l'officina da una settimana, oppure vieni a prenderla te.... così parliamo del fatto che i preti fanno i preti e non si debbono impicciare delle questioni del popolo
Saluto tutti i falegnami di questo bel forum, adesso devo scapare che mia moglie mi aspetta per cena, altrimenti mi da una martellata in testa
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